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» QR code

Qr code è l’erede intelligente del codice a barre. Una rivoluzione che sta contagiando tutto il mondo. I codici Qr si trovano sui manifesti pubblicitari, etichette di abbigliamento e prodotti alimentari, inserzioni, biglietti da visita, magliette, ecc...

Il Qr è una sorta di trait d’union tra il mondo cartaceo e quello multimediale di internet. Una porta d’accesso a contenuti aggiuntivi che per la loro natura digitale non troverebbero spazio sulla carta e che invece arrivano, via web, direttamente sullo schermo del telefonino.





Se lo si inquadra con l’obiettivo del cellulare il codice Qr, che è l’abbreviazione inglese di «quick response» (risposta rapida), prende vita e racconta tutto di sé: sul display arrivano, infatti, video e pagine internet preparate ad hoc per approfondire l’argomento a cui è legato.

In Giappone, patria della corporation Denso-Wave che lo ha inventato, il codice Qr è approdato praticamente ovunque. Se ne vedono gigantesche riproduzioni sulle facciate dei grattacieli, ma compaiono (miniaturizzati) sui prodotti al supermercato e al posto della foto sulle lapidi al cimitero. Se si compra un cheeseburger al McDonald’s di Tokyo, sulla carta che lo avvolge si può inquadrare il codice Qr che svela quante sono le calorie e quali gli ingredienti del panino che si sta per addentare.

Il codice Qr può contenere fino a 4.296 caratteri di testo. Non sempre conduce, quindi, a un video o a una pagina web. Come nel caso del volantino: sul display del cellulare compaiono, infatti, solo una serie di informazioni testuali. Per questo molte aziende come l’americana Google hanno cominciato a stamparlo sui biglietti da visita dei dipendenti. Basta un clic con il telefonino per memorizzare tutte le informazioni nella rubrica del cellulare e anche in quella del computer. Dove questo codice è già diventato di uso comune, come in Svezia e Danimarca, lo si trova in vetrina accanto ai prezzi. Un clic e tutto quello che interessa su un possibile regalo di Natale viene risucchiato nella memoria del telefonino. Pronto per essere confrontato con i dati di un prodotto analogo di un’altra marca e di un altro negozio.

Le prime a cogliere l’opportunità offerta da questo codice sono state le multinazionali: la Ikea, per esempio, negli Stati Uniti lo pubblica sui volantini pubblicitari. Chi lo fotografa ottiene un coupon di sconto. La Pepsi, in Danimarca, ha ideato affissioni e lattine con il Qr code. Chi lo inquadra ottiene una bibita gratis e le informazioni sui concerti che Pepsi sponsorizza a Copenaghen.

Poi c’è il mondo della moda: non solo un marchio di massa come la H&M lo stampa su manifesti ed etichette, ma anche case del lusso come Fendi, Gucci e Ralph Lauren stanno migrando alla nuova tecnologia. Gli utilizzi di questo quadratino puntinato sono infiniti e possono essere di grande utilità sociale.
 La Ibm, per il Comune di Venezia, ha disseminato di bianche mattonelle con codici Qr i monumenti della città. Con un clic del cellulare i turisti possono sapere dove si trovano e che monumento stanno ammirando.